La Commissione rileva i rischi dei programmi di soggiorno e di cittadinanza per investitori e delinea azioni per affrontarli
Per la prima volta la Commissione ha presentato una relazione esaustiva sui programmi di soggiorno e di cittadinanza attuati da alcuni Stati membri dell’UE.
La relazione fa il punto sulle pratiche esistenti e individua determinati rischi per l’UE insiti in questi programmi, in particolare, per quanto riguarda la sicurezza, il riciclaggio di denaro, l’evasione fiscale e la corruzione. Secondo la relazione, questi rischi sono aggravati da una mancanza di trasparenza nella gestione dei programmi e dalla mancanza di cooperazione tra gli Stati membri.
Dimitris Avramopoulos, Commissario per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: «lI soggiorno legale nel territorio dell’UE e nello spazio Schengen dà diritti e privilegi che non dovrebbero essere oggetto di abuso. Gli Stati membri sono tenuti a rispettare e applicare costantemente e integralmente i meccanismi di controllo obbligatori – e i programmi nazionali di soggiorno per gli investitori non dovrebbero costituire un’eccezione. Il lavoro fatto insieme negli ultimi dieci anni per aumentare la sicurezza, rafforzare le nostre frontiere e colmare le lacune in materia di informazione non dovrebbe essere messo in pericolo. Monitoreremo la piena conformità con il diritto dell’UE.»
Vĕra Jourová, Commissaria per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: “Divenire cittadini di uno Stato membro significa anche divenire cittadini dell’UE con tutti i diritti che ne derivano, tra cui la libertà di circolazione e l’accesso al mercato interno. Le persone che ottengono una cittadinanza dell’UE devono avere un legame effettivo con lo Stato membro che la rilascia. Vogliamo una maggiore trasparenza sul modo in cui la cittadinanza degli Stati membri è concessa e una maggiore cooperazione tra gli Stati membri. Non dovrebbero esservi punti deboli nell’UE di cui approfittare per scegliere il programma più favorevole.“
Programmi di cittadinanza per investitori (“i passaporti d’oro”)
Tre Stati membri dell’UE (Bulgaria, Cipro e Malta) attuano programmi che concedono la cittadinanza del paese agli investitori a condizioni meno stringenti dei normali programmi di naturalizzazione. In questi tre Stati membri non vige l’obbligo per gli investitori di risiedere fisicamente nel paese, né quello di avere legami effettivi prima dell’ottenimento della cittadinanza.
Tali programmi sono di interesse comune per l’Unione europea, poiché ogni persona che acquisisce la cittadinanza di uno Stato membro acquisisce contemporaneamente anche quella dell’Unione. La decisione di uno Stato membro di concedere la cittadinanza in cambio di investimenti comporta automaticamente determinati diritti anche nei confronti di altri Stati membri, quali la libera circolazione e l’accesso al mercato interno per l’esercizio delle attività economiche. In pratica, questi programmi sono spesso pubblicizzati come un mezzo per acquisire la cittadinanza dell’Unione insieme ai diritti e ai privilegi ad essa associati.
Nella sua relazione, la Commissione ha individuato i seguenti punti critici:
· sicurezza: le verifiche cui sono sottoposti i richiedenti non sono sufficientemente rigorose e i sistemi d’informazione centralizzati dell’UE, come il sistema d’informazione Schengen (SIS), non sono utilizzati sistematicamente, come è invece previsto;
· riciclaggio di denaro: sono necessari migliori controlli per garantire che le norme in materia di antiriciclaggio non vengano eluse;
· evasione fiscale: sono necessari monitoraggio e comunicazione per far sì che singole persone non approfittino di questi programmi per beneficiare di norme fiscali vantaggiose;
· trasparenza e informazione: la relazione rileva la mancanza di informazioni chiare su come sono gestiti i programmi, incluso il numero di domande ricevute, accolte o respinte e l’origine dei richiedenti. Inoltre, gli Stati membri non si scambiano informazioni né sui richiedenti che fanno domanda nel quadro del programma né sulle domande respinte.
Programmi di soggiorno per investitori (“i visti d’oro”)
Pur differendo dai programmi di cittadinanza per quanto riguarda i diritti concessi, anche i programmi di soggiorno presentano seri rischi per la sicurezza a livello sia degli Stati membri che dell’UE nel suo insieme. Un permesso di soggiorno valido dà ai cittadini di paesi terzi il diritto di soggiornare nello Stato membro in questione, ma anche di circolare liberamente nello spazio Schengen. Mentre il diritto dell’UE disciplina le condizioni di ingresso per determinate categorie di cittadini di paesi terzi, il rilascio dei permessi di soggiorno per investitori non è attualmente disciplinato a livello dell’UE e resta di competenza nazionale. Attualmente 20 Stati membri dispongono di tali programmi, ovvero: Bulgaria, Cechia, Estonia, Irlanda, Grecia, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Cipro, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Romania, Slovacchia e Regno Unito. Nella sua relazione, la Commissione ha individuato i seguenti punti critici:
· verifiche di sicurezza: il diritto dell’UE impone alcune misure di sicurezza che devono essere eseguite prima del rilascio di un visto o di un permesso di soggiorno a investitori stranieri. Non sono tuttavia disponibili informazioni sull’attuazione pratica di tali misure né sulle modalità con cui gli Stati membri affrontano in maniera discrezionale i relativi problemi di sicurezza;
· requisito del soggiorno fisico: i permessi di soggiorno ottenuti in virtù degli investimenti, che prevedono soltanto un obbligo di soggiorno limitato o che addirittura non prevedono alcun obbligo di soggiorno per l’investitore nello Stato membro in questione, potrebbero avere un impatto sull’applicazione dei diritti associati allo status di soggiornante UE di lungo periodo e rappresentare una procedura accelerata per ottenere la cittadinanza dello Stato membro in questione e quindi quella dell’UE;
· mancanza di trasparenza: la relazione sottolinea una mancanza di trasparenza e di controllo dei programmi, in particolare per quanto riguarda il monitoraggio, e l’assenza di statistiche sul numero di persone che ottengono un permesso di soggiorno nell’ambito dei programmi.
Prossime tappe
La Commissione monitorerà le questioni di maggiore rilevanza relative alla conformità con il diritto dell’UE sollevate dai programmi di soggiorno e di cittadinanza per investitori e prenderà le misure necessarie e appropriate. A tal fine gli Stati membri dovranno in particolare garantire:
· l’esecuzione sistematica di tutti i controlli obbligatori di sicurezza e alle frontiere;
· il rispetto adeguato dei requisiti previsti dalla direttiva sul permesso di soggiorno di lungo periodo e della direttiva sul ricongiungimento familiare;
· la valutazione dei fondi versati dai richiedenti del programma di soggiorno e di cittadinanza per investitori salla luce delle regole anti-riciclaggio dell’UE;
· la messa a disposizione, nel contesto dei rischi di evasione fiscale, degli strumenti previsti dal quadro dell’UE per la cooperazione amministrativa, in particolare per quanto riguarda lo scambio di informazioni.
La Commissione monitorerà le misure adottate dagli Stati membri per affrontare i problemi di trasparenza e governance riscontrati nella gestione dei programmi. Essa istituirà un gruppo di esperti degli Stati membri al fine di migliorare la trasparenza, la governance e la sicurezza dei programmi. Tale gruppo sarà incaricato, in particolare, di:
· istituire un sistema di scambio di informazioni e di consultazione sul numero di domande ricevute, sui paesi di origine e sul numero di cittadinanze e permessi di soggiorno rilasciati/respinti dagli Stati membri a singoli individui sulla base di investimenti;
· sviluppare, entro la fine del 2019, un insieme comune di controlli di sicurezza per i programmi di cittadinanza per investitori che comprenda le procedure di gestione del rischio.
Infine, considerando che alcuni paesi terzi stanno istituendo programmi analoghi, che possono avere implicazioni per la sicurezza dell’UE, la Commissione monitorerà i regimi di cittadinanza per investitori nei paesi candidati e potenziali candidati nel quadro del processo di adesione all’UE. La Commissione monitorerà inoltre l’impatto di tali programmi attuati dai paesi esentati dall’obbligo del visto per l’UE nel quadro del meccanismo di sospensione dell’esenzione dal visto.
Contesto
I programmi di cittadinanza per investitori consentono a una persona di ottenere la cittadinanza del paese unicamente sulla base di investimenti. I programmi di soggiorno per investitori consentono ai cittadini di paesi terzi di ottenere un permesso di soggiorno in un paese dell’UE a determinate condizioni.
Le condizioni per l’ottenimento e la revoca della cittadinanza nazionale sono regolamentate dal diritto interno di ciascuno Stato membro, nel rispetto del diritto dell’UE. Secondo i principi del diritto internazionale deve esistere un “legame effettivo” tra il richiedente e il paese di cui viene chiesta la cittadinanza o i suoi cittadini. Dato che la cittadinanza nazionale è il prerequisito per la cittadinanza dell’UE e per il beneficio dei diritti derivanti dal trattato, la Commissione sta esaminando i programmi degli Stati membri che prevedono la concessione agli investitori della cittadinanza nazionale. Il rilascio di un permesso di soggiorno per investitori non è attualmente disciplinato a livello UE, ma lo è a livello nazionale. Il diritto dell’UE regolamenta tuttavia le condizioni di ingresso per alcune categorie di cittadini di paesi terzi.
La relazione odierna fa seguito alla risoluzione del Parlamento europeo del 16 gennaio 2014, che invitava la Commissione a studiare i diversi programmi di cittadinanza alla luce dei valori europei e della lettera e dello spirito della legislazione e della pratica dell’UE.
Nella relazione sulla cittadinanza dell’UE 2017, la Commissione ha annunciato che avrebbe pubblicato una relazione sui programmi nazionali che concedono la cittadinanza dell’Unione agli investitori.
Source: europa.eu