Il trust nel nuovo codice della crisi
di Andrea Baroni – 12/05/2021 -
L’esercizio dell’attività professionale da parte di manager e professionisti comporta oggi rischi sempre maggiori sotto il profilo giuridico e reputazionale; accresciuti peraltro dalle novità introdotte dal Nuovo Codice della Crisi d’Impresa, che ha esteso la responsabilità degli amministratori di Srl nei confronti dei creditori sociali.
Ciò comporta la necessità per determinate categorie di lavoratori di affidarsi a strumenti giuridici che tutelino l’integrità del patrimonio personale e familiare. Tra questi, il trust primeggia per garanzie di segregazione e flessibilità nell’asservire i beni a scopi differenti, determinandone l’utilizzo su un arco temporale anche molto lungo.
Può inoltre sopperire le carenze di strumenti quali la polizza assicurativa sulla responsabilità civile professionale, che sovente non è in grado di fare fronte a richieste risarcitorie importanti, la polizza vita, che non consente di governare l’evento assicurato, o il fondo patrimoniale, che presuppone la sussistenza del coniugio e può comprendere solo alcune categorie di beni. Anche gli atti di liberalità, spesso erroneamente utilizzati con finalità di asset protection, non sono esenti da revocatoria da parte dei creditori del donante, rimanendo comunque esposti pretese dei eventuali creditori del donatario.
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