ACCORDO FATCA: QUANTE SFIDE PER L’ARGENTINA

ARGENTINA

ACCORDO FATCA: QUANTE SFIDE PER L’ARGENTINA

Non sarà facile per il governo argentino implementare l’accordo FATCA. Ad un’attenta analisi, non sono poche le criticità che possono emergere nell’attuare i termini operativi dell’intesa stipulata con gli Stati Uniti.

Ricordiamo che l’accordo FATCA è entrato in vigore il 1ᵒ gennaio scorso senza passare per il tradizionale processo legislativo; questo in virtù della facoltà di sottoscrizione di accordi sullo scambio di informazioni delegata all’Autorità di esecuzione (“Autoridad de Aplicación”) dall’articolo 101 della legge 11683.

Il Congresso argentino non è stato quindi coinvolto in tale provvedimento; ma il Fatca non ès olo un semplice accordo per il trasferimento di informazioni finanziarie, bensì contenga anche risvolti tributari rilevanti.

Per esempio è prevista una ritenuta del 30% (ISLR) sui redditi derivanti da transazioni, altrimenti esenti o soggette a diversa aliquota. Uno “sconfinamento” su un tema – quello fiscale – giuridicamente riservato al potere legislativo argentino, ovvero al Congreso Nacional.

In casi simili solitamente gli USA hanno sottoscritto accordi contro le doppie imposizioni con i rispettivi Stati anche per dare un supporto giuridico alla ritenuta del 30%.

In Argentina però non esiste ancora un trattato contro le doppie imposizioni con gli Stati Uniti, pertanto chiunque dovesse essere soggetto a tale ritenuta – per esempio su interessi e dividendi da investimenti – potrebbe opporsi, invocando la violazione del diritto costituzionale argentino.

Con riferimento invece al semplice scambio di informazioni, il FATCA si pone in continuità con un precedente accordo USA-Argentina risalente al 2016. L’Agenzia Federale delle Entrate argentina (AFIP) ha già sperimentato quindi una prassi interna per gestire gli aspetti pratici e tecnici, ragion per cui i sistemi informativi locai non dovrebbero incontrare particolari problemi nell’attuazione dei nuovi obblighi FATCA.

Più delicato invece il tema della protezione dei dati, ancora scottato dalla clamorosa fuga di dati avvenuta nel 2016, quando i media hanno riportato informazioni dettagliate sui beni trasferiti all’estero dai contribuenti.

L’accordo FATCA siglato fra USA e Argentina impone ai due Stati di dotarsi di garanzie affinché “le informazioni ricevute ai sensi del presente accordo rimangano riservate e siano utilizzate solo a fini fiscali...”.  Tale obbligo deriva anche dal TIEA (Tax Information Exchange Agreements) in vigore fra i due Stati e dalle leggi locali sulla privacy e la protezione dei dati personali.

Una potenziale fuga di informazioni potrebbe portare quindi non solo all’immediata sospensione unilaterale dell’accordo FATCA, ma anche a consentire ai contribuenti argentini di appellarsi alla giustizia per far valere il diritto alla riservatezza dei suoi dati fiscali.

Le informazioni devono essere presentate dalle istituzioni finanziarie entro il 30 giugno dell’anno successivo a quello a cui si riferisce il rapporto. L’AFIP invierà quindi le informazioni all’Internal Revenue Service (IRS) americana entro il 30 settembre di ogni anno; analogamente, l’Agenzia riceverà dalla sua controparte statunitense le informazioni fiscali relative agli argentini che possiedono beni nel paese nordamericano.

Ricordiamo che le Informazioni che rientrano nell’accordo Fatca sono:

– Identificazione del titolare del conto

– Numero di conto

– Identificazione dell’istituto finanziario

– Importo lordo degli interessi o dei dividendi pagati in conto corrente

– Importo lordo di altre fonti di reddito accreditato sul conto

FONTE: AFIP